I fondi sovrani sono veicoli di investimento di proprietà di governi nazionali. Danno loro la possibilità di investire nei mercati finanziari. Inizialmente sono stati creati da paesi emergenti ricchi di risorse naturali, ma la loro versatilità li ha resi popolari in tutto il mondo. Il ruolo dei fondi sovrani è quello di usare risorse finanziarie in eccesso, provenienti perlopiù dalla vendita di materie prime (come petrolio e gas naturale), da riserve valutarie o da surplus commerciali, per investire in maniera organica e strategica nei mercati finanziari.
Ad oggi, globalmente, i fondi sovrani valgono circa 7.2 trilioni di dollari americani (USD). Il più grande è il fondo norvegese Government Pension Fund Global, seguito dall’Abu Dhabi Investment Authority. Entrambi i fondi sono finanziati dalla vendita di materie prime di proprietà dei rispettivi governi.
Le funzioni dei fondi sovrani
Per dare un’idea generale ecco alcune funzioni specifiche che un fondo sovrano può assolvere:
- diversificare le fonti di reddito del governo, in particolare se fortemente dipendenti dalle risorse naturali;
- ottenere un rendimento maggiore dalle riserve valutarie, di solito investite in strumenti a basso rischio e rendimento;
- finanziare le pensioni attraverso i proventi dell’investimento;
- aumentare il reddito delle generazioni future che non potranno avvalersi della vendita di materie prime a causa del loro esaurimento;
- promuovere l’industrializzazione del paese attraverso investimenti sul territorio nazionale;
- perseguire obiettivi politici di natura strategica come l’acquisizione di know-how e conoscenze sensibili.
La strategia dei fondi sovrani
Gli obiettivi sopracitati richiedono investimenti di lungo termine. Per ottenere rendimenti maggiori con un orizzonte temporale così lungo, una comune strategia è investire in strumenti illiquidi. Il premio per il rischio deriverà perlopiù dall’illiquidità, ossia dal rischio di non poter disinvestire rapidamente a prezzi adeguati. Tale premio per il rischio è definito, controintuitivamente, premio per la liquidità. In generale, nelle scelte di investimento i fondi sovrani si comportano come gli altri maggiori investitori istituzionali: investono in aziende grandi, in difficoltà finanziarie e con recenti magre performance sui listini azionari. La ricerca accademica dimostra che tali fondi hanno un effetto stabilizzante sui prezzi delle azioni nelle quali investono. La spiegazione economica di ciò è che la presenza del governo creerebbe garanzie sulla solvibilità di tali aziende, specie se strategiche, o nelle quali il fondo sia attivamente coinvolto nel management. Inoltre, evidenza statistica vuole che il loro acquisto di azioni faccia aumentare la valutazione dell’azienda in questione da parte del mercato, similmente a ciò che avviene con altri grandi investitori istituzionali. Tuttavia, l’effetto è minore se paragonato all’investimento di fondi privati che si ritiene siano più return seeker (affamanti di guadagni finanziari) dei fondi sovrani i cui obiettivi, come abbiamo visto, sono di più ampio respiro.
I possibili rischi
La proprietà e la gestione pubblica, inserita nel contesto del libero mercato, crea alcune preoccupazioni. La principale è che tali fondi, poiché di proprietà dei rispettivi governi, possano perseguire finalità politiche anziché finanziarie, creando inefficienze nel mercato. Inoltre, acquisendo aziende strategiche di nazionalità straniera potrebbero favorire la diffusione di know-how e conoscenze sensibili contrariamente a quanto vorrebbero altri governi. Infine, data la loro dimensione, le turbolenze economiche in un particolare paese potrebbero indurre il relativo fondo sovrano a liquidare le proprie posizioni. Ciò creerebbe una pressione a ribasso sui prezzi e potrebbe trasmettere l’instabilità ai mercati finanziari globali.