Marea record a Venezia: “centinaia di milioni” di danni al patrimonio artistico e culturale.
Venezia stamane si è svegliata “in ginocchio” dopo l’ingente danno provocato dalla marea della serata di ieri, con l’acqua che ha raggiunto un livello di 187 centimetri. La situazione è migliorata nelle prime ore del mattino con il livello di allagamento sceso a 145 centimetri ma i danni arrecati alla città e al suo patrimonio artistico sembrano essere ingenti. A detta del sindaco Luigi Brugnaro, che ha richiesto la dichiarazione di stato di emergenza, si parla di centinaia di milioni di euro. Nonostante l’attivazione dell’unità di crisi da parte del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, diversi monumenti tra i quali la Basilica di San Marco hanno riportato gravi danni. Il procuratore della Basilica, Pierpaolo Campostrini ha comunicato che l’acqua è entrata nella chiesa rompendo le finestre ed allagando così il pavimento. Vi sono state ingenti infiltrazioni anche nella cripta. Vittima della marea è stato anche il Teatro La Fenice, nel quale l’acqua ha disattivato il sistema elettrico ed antincendio, con guasto ai servizi di biglietteria.
Ilva: stop ad emendamenti per ripristino dello scudo penale. Slitta il ricorso cautelare dei commissari per stoppare il recesso.
Nella giornata di oggi è stato posto il definitivo stop agli emendamenti presentati al dl fiscale da Forza Italia e Italia Viva per ripristinare lo scudo penale per Ancelor Mittal. Per il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, come dichiarato stamane a Radio24, “non ha senso reintrodurre lo scudo penale, poichè si registrerebbero ugualmente 5000 esuberi”. La posizione del Governo sembra essere quella di impugnare il recesso presentato da Ancelor Mittal dall’ex Ilva. Tuttavia, Di Maio ribadisce come l’interlocutore dello Stato continui ad essere l’azienda franco-indiana la quale “va responsabilizzata al rispetto del contratto firmato con lo Stato italiano”. Viene esclusa la possibilità di una nazionalizzazione del 100% dell’Ilva poichè la normativa vigente UE ne impedisce l’attuazione. Nel contempo è slittato il ricorso cautelare urgente, ex articolo 700 del Codice di procedura civile, con il quale i commissari Ilva in amministrazione straordinaria puntano a bloccare sia un recesso della multinazionale che le eventuali conseguenze a valle che questo determinerebbe per gli stabilimenti, gli impianti e il personale. La motivazione del posticipo sarebbe legata alla complessità della pratica, che richiede più tempo per essere analizzata e valutata.
Nike: addio ad Amazon. Prodotti in vendita solo nei propri locali.
Dopo due anni, Nike dice addio ad Amazon. La celebre azienda di abbigliamento sportivo non utilizzerà più il colosso dell’e-commerce come canale di vendita dei propri prodotti. La decisione è stata comunicata da un portavoce alla Cnbc tramite una mail. La motivazione sottostante è legata ad una nuova politica di vendita maggiormente concentrata su un rapporto diretto con la clientela. Nike punterà nuovamente sui propri punti vendita continuando a cercare e stipulare nuove partnerships con altre piattaforme e rivenditori in tutto il mondo. Per Amazon l’addio costituisce un notevole colpo al tentativo di corteggiare i grandi marchi. Le due aziende erano legate da un accordo dal 2017.